PIGRAECO
5Stelle (s)cadenti
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I genitori di Matteo Renzi hanno commesso un reato penalmente rilevante? Lo sapremo dopo il terzo grado di giudizio. Il ministro Matteo Salvini ha commesso un reato penalmente rilevante? Boh, non lo sapremo mai grazie a un televoto! Fino ad oggi ogni sentenza pronunciata in un tribunale di questo Paese prevedeva un incipit piuttosto significativo: “In nome del popolo italiano …”. Adesso tale espressione potrebbe essere pronunciata, chessò io, perfino in uno studio televisivo e andrebbe leggermente modificata in: “Il popolo italiano …”. Dalla “democrazia diretta” siamo passati alla “giustizia diretta”, senza bisogno di pubblici ministeri, di giudici, di avvocati e persino di processi. Senza che si richieda un minimo di competenza.
“Il popolo italiano”? No, anche così, riflettendoci bene, sarebbe un incipit sbagliato perché non ha deciso “il popolo” ma soltanto 30.948 iscritti ad una piattaforma informatica gestita da privati e inopinatamente intitolata a Jean-Jacques Rousseau. Partecipazione altissima o altissimo astensionismo, dato che gli aventi diritto sarebbero circa 100.000? Non importa, in fondo, perché i paradossi, in questa storia, sono altri. Il primo, lampante, è l’aver rinnegato un principio fondativo del movimento: i politici, nel caso, vanno sempre e comunque giudicati dalla magistratura, senza eccezioni di sorta, come normali cittadini. Ha deciso qualcun altro, invece: militanti ed attivisti politici – non lo sono, forse, gli iscritti del M5S? – tra i quali ben pochi, a mio parere, si sono preoccupati di leggere e capire le 50 e più pagine con cui si richiedeva l’autorizzazione per processare – processare, non condannare – un Ministro indagato per un reato gravissimo, il sequestro di persona. Si sono limitati ad un clic su un computer o su uno smartphone. Il paradosso ancora più eclatante si evidenzia, però, nella domanda: se il M5S non governasse insieme alla Lega, questa pseudo consultazione avrebbe determinato il medesimo risultato? Si può fare l’ipotesi, quanto mai verosimile, di un Salvini sommerso da una valanga bulgara di consensi all’autorizzazione a procedere. La conclusione è ovvia: la decisione non ha riguardato la “giustizia”, che tale dovrebbe sempre rimanere, ma la “politica”, quella solita, che sceglie sempre per sua opportunità. E, ancora, tralasciando pure lo strampalato modo con si è formulato il quesito, rimane il problema di fondo: chi ci assicura che l’esito sia stato onesto, chiaro, trasparente e incontestabile? Risposta: Davide Casaleggio e il suo staff di tecnici informatici che, considerati i numerosi “tilt” del marchiostato, saranno pure incorruttibili ma, forse, non proprio al top in quanto a bravura e sicurezza informatica.
Golosa ciliegina sulla torta, il senatore 5S Giarrusso che appena dopo aver "assolto" Salvini in commissione, mima il gesto delle manette nei confronti dei colleghi del PD che lo contestavano.
Abbiano almeno il pudore di cambiare nome a questa disgraziata piattaforma, abbandonando Rousseau, intitolandola a Prete Liprando e affidandosi direttamente ai carboni ardenti del giudizio di Dio!
Domani è un altro giorno: gli inquietanti scenari futuri della manovra economica
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Con presentazione in Parlamento della manovra economica, per l’Italia e gli italiani è cominciato un salto mortale triplo, al buio e senza paracadute, i cui effetti saranno comunque irreversibili. Il Governo, infatti, non cambierà una sola virgola di quanto già definito – e sarà un bene, perché si potrebbero produrre ulteriori danni anche solo intervenendo sulla punteggiatura! –, checché ne dicano o ne diranno l’Europa, le agenzie di rating ed i mercati. Tutto potrebbe essere rimesso in discussione se, e solo se, lo spread plutocratico salisse ulteriormente a livelli incontrollati e incontrollabili. Quasi nessuno se lo augura, a meno di qualche attuale Ministro che ha già provveduto al suo, personale, “piano B”, sistemando in Svizzera una parte dei propri conti. Gli altri, più ingenui, farebbero di tutto, comprese elezioni anticipate, pur di non ammettere i loro clamorosi errori.
Quasi certamente, dunque, questa manovra “del popolo, di cittadinanza, del cambiamento, degli evasori pacifisti, di lotta e di governo e chi più ne ha più ne metta”, diventerà legge dello Stato e, ad oggi, si possono prevedere almeno due inquietanti scenari futuri.
Autunno 2019, primo scenario. I nazional-sovran-populisti hanno raccolto i frutti della manovra alle elezioni europee di maggio, godendo di un consenso popolare da plebiscito bulgaro. Alla vigilia del nuovo DEF 2020, però, i dati economici, non sembrano poi così buoni: la crescita del PIL è rimasta ben al di sotto dell’1% rispetto al fantasioso 1,5% previsto l’anno precedente; la disoccupazione continua ad essere molto alta; l’Europa prosegue con i suoi inconcludenti mugugni; i mercati non sono più così disposti a comprare il debito italiano. Si capirà, a questo punto, chi fra i due soci di Governo, Gigino & Gigetto, sarà più svelto a saltar giù dalla nave che affonda, accusando ferocemente l’altro di essere stato la causa del naufragio. È crisi, crisi nera, dagli esiti del tutto inimmaginabili! Comunque si vada avanti (?!?), però, ormai le uova sono rotte e la frittata è fatta: 400mila italiani sono andati felicemente in pensione; gli evasori pacifisti hanno accettato l’impari sfida, chiudendo i loro contenziosi in sospeso, ed hanno ricominciato allegramente ad evadere; i poveri non sono più poveri grazie ai 780 euro mensili. Chi e come potrebbe farci uscire dal pantano? Un novello Mario Monti, disponibile a fare di nuovo il “lavoro sporco”, riuscirebbe a “metterci una pezza”? Si faranno tornare al lavoro i neo pensionati di cui sopra o, più probabilmente, si aumenteranno gli anni di attesa per i non ancora pensionati? Si riacchiapperanno, uno per uno, gli evasori pacifisti costringendoli a restituire il mal tolto o, più probabilmente, si incrementeranno ulteriormente le tasse ai soliti noti? E chi – quale Governo, quale leader, quale partito politico – potrebbe azzardarsi a reintrodurre la povertà, definitivamente abolita dal Ministro Gigino solo un anno prima?
Autunno 2019, secondo scenario. I nazional-sovran-populisti hanno comunque raccolto i frutti della manovra alle elezioni europee di maggio, godendo di un consenso popolare da plebiscito bulgaro. Alla vigilia del nuovo DEF 2020, i dati economici sono eccellenti: il PIL italiano viaggia ben al di sopra del 2%; la disoccupazione si è ridotta a livello di quella della Baviera felix; l’Europa … prosegue con i suoi inconcludenti mugugni; i mercati fanno a gara nel contendersi il debito italiano. Magnifico! È l’alba di un nuovo, fulgido ventennio di marca giallo-verde, durante il quale “Danielo” Toninelli diventerà il prossimo Presidente della Repubblica!
Nonostante quest'ultima risulti la prospettiva incommensurabilmente più inquietante, non riesco a proprio a fare il tifo per il primo scenario: viva l'italia!
Vista da sinistra
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La riduzione della forbice economica – sempre più accentuata in Italia e nel mondo – che separa le fasce ricche della popolazione da quelle povere, dovrebbe essere in cima alla priorità di qualsiasi partito/movimento di sinistra. Così non è stato, purtroppo. Oppure, come nel caso del reddito di inclusione varato dal Governo Gentiloni, le misure si sono rivelate tardive e del tutto insufficienti. Molti di coloro che si sentono ancora politicamente di sinistra, ritengono che il reddito di cittadinanza sia una scelta che va nella giusta direzione. Lo pensa perfino un avveduto giornalista qual è Massimo Giannini che, in diverse occasioni, ha pubblicamente definito tale provvedimento come una redistribuzione della ricchezza, un riequilibrio delle risorse. Anche Antonio Padellaro e il giornale che rappresenta, molto vicino ai 5S, sembrano giustificare ideologicamente il metodo, oltre che il condivisibile principio. Nel contesto attuale e nei modi che vengono proposti non c’è nulla di più sbagliato. Non è ricchezza e non sono risorse la creazione di nuovo debito da aggiungere a quello, già enorme, che pesa sulle spalle di tutti gli italiani. La teoria keynesiana del "deficit spending" non risulta applicabile nelle condizioni in cui si trova, oggi, questo Paese: il debito deve risultare sempre sostenibile.
Qualcuno – Marco Travaglio, tra gli altri – ribatte, a ragione, che tutti i Governi hanno contribuito ad incrementare il debito dello Stato. Dimentica, però, di precisare che tutto ha un limite e lo stesso debito non può crescere all’infinito, “ad libitum”, solo per mantenere megalomani promesse elettorali. La conseguenza sarebbe il fallimento e la catastrofe: è successo all’Argentina, patria del populismo DOC, che sta rischiando un’altra volta proprio in questi mesi. Alexis Tsipras è un traditore della sinistra e davvero, come sostiene Travaglio, la troika ha invaso la Grecia imponendo lo stato d’assedio economico? Non è stata forse l’economia a far improvvisamente e rapidamente implodere l’impero comunista dell’Unione Sovietica?
Se davvero si volesse operare una redistribuzione della ricchezza, si dovrebbe ricorrere, dunque, alla vecchia "regola di Robin Hood": prendere ai ricchi e dare ai poveri; e non è quello che si intende fare! Se, ancora, le risorse provenissero dai tagli di “trenta miliardi di sprechi”, così tanto sbandierati in campagna elettorale da parte di Gigino e del tutto scomparsi dall’agenda politica di questo governicchio, si costruirebbero, forse, delle solide basi non per “abolire” ma, quanto meno, per ridimensionare il reale e nefasto problema della povertà. Incidere sugli sprechi, però, necessita di tempo, fatica, serietà, coraggio e competenze; le prossime elezioni, purtroppo, sono alle porte: strada non percorribile, dunque. E invece, oltre agli inevitabili rischi che si corrono nello stabilire chi avrebbe davvero diritto al reddito di cittadinanza in questo paese di "fotticompari", l’ineffabile Ministro dello sviluppo economico, del lavoro e delle politiche sociali, nonché Vicepresidente del Consiglio, aggiunge, con enfasi, l'aberrante, assoluto divieto alle "spese immorali"! Tralasciando la fin troppo facile ironia, l’arroganza e la confusione insite negli opinabili criteri da applicare alla definizione di cosa siano le “spese immorali”, tale dettagliata lista di acquisti eticamente accettabili implica la seguente domanda: quale peculiarità "di sinistra" è possibile attribuire a una così sconcertante pretesa? Possibile che qualche “italiano di sinistra” trovi un minimo di condivisibile logica nel ragionamento della Vice Ministra dell'Economia Laura Castelli, sempre 5S, secondo la quale: "Se per tre mesi verrà osservato che lei, col reddito di cittadinanza, va all'Unieuro, magari un controllino della Guardia di Finanza si fa"? E se un vero povero, avente diritto, volesse risparmiare qualche euro dei 780 mensilmente disponibili potrebbe farlo? No, è vietato!
Considerare questa nuova classe dirigente come volenterosi, ingenui ragazzini delle scuole medie che cercano di risolvere problemi oggettivamente fuori della loro portata sarebbe giudizio decisamente edulcorato e, in circostanze diverse, farebbe perfino sorridere! Gigino, sempre più tronfio e presuntuoso, sembra uno scolaretto imbranato che fa a gara con compare Gigetto a chi la spara più grossa: “Ci avevano detto che i soldi non c'erano e i soldi ci sono (Dove? N. d. A.)!”; “Abbiamo mantenuto le promesse!”; “È finita la povertà!”; “Prendiamo dai potenti per dare a quelli che si spaccano la schiena”, per fare solo qualche esempio.
Eppure c’è di peggio, purtroppo! Il Professor Giovanni Tria dichiara, come se fosse cosa normale: "Questa manovra è di crescita: se vinciamo la scommessa della crescita tutto va bene, sennò cambieremo la manovra". Ma il Professor Tria è il Ministro dell'Economia e delle Finanze o un "quaquaraquà" affetto da ludopatia congenita, sia pure non diagnosticata, che lo costringe a pubblicizzare il gioco d’azzardo a sua insaputa, violando involontariamente (?!?) l’esplicito divieto presente nel “Decreto Dignità”? La manovra economica di questo governucolo si basa su una scommessa? E davvero, se non la si vince, si potrà semplicemente tornare indietro e cambiare la suddetta? E se, nel frattempo, l’Italia si fosse definitivamente fottuta e catafottuta, basterebbe per ripagare “il popolo” ghigliottinare in piazza, metaforicamente, gli autori del disastro? Come si concilia, vista da sinistra, la “manovra del popolo” con la flat tax, il solito condono fiscale, la legittima difesa preventiva, la scomparsa dalla scena della parola “integrazione”? Chi pensa male, sospetta che dietro la baraonda ci sia qualcuno che ha ben chiaro il vero obiettivo da raggiungere: individuare uno o, meglio, molti nemici esterni – gli eurocrati di Bruxelles, i complottisti dello spread, gli estimatori dell'euro, le agenzie di rating – a cui attribuire lo scatafascio e, poi, tirar fuori dal cilindro il già ben avviato “piano B”. Altro che rottamazione renziana: questi ci stanno rottamando tutti! Poi, come se nulla fosse, usciremo dall'Europa, aboliremo l'euro e ripristineremo il sesterzio! Una prospettiva davvero allettante, vista da sinistra!
Un pentalogo di problemini
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1) Aritmetica elementare (Abbiamo abolito la povertà!)
2) Economia domestica
3) Calcolo delle probabilità
4) Logica
5) Insiemistica: il teorema di Matteo
Aiuto, per favore …
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