Inutile vergogna non freni le tue carezze.
Vedrai gli occhi di lei farsi di luce e tremuli,
come il sole che sull'acqua risplende.
E poi verranno subito i lamenti, ed il suo delizioso mugolare,
un gemito bellissimo ad udirsi, e le parole.
Ma attento, stai attento, tu non volare troppo con le tue vele al vento!
Non la lasciare sola, finisci la tua corsa quando lei la sua corsa finisce.
Totale è il godimento quando tu e lei, nello stesso momento,
proverete esausti il piacere.

Non obstet, tangas quo minus illa, pudor.
Aspicies oculos tremulo fulgore micantes,
Ut sol a liquida saepe refulget aqua.
Accedent questus, accedet amabile murmur,
Et dulces gemitus aptaque verba ioco.
Sed neque tu dominam velis maioribus usus
Desere, nec cursus anteat illa tuos;
Ad metam properate simul: tum plena voluptas,
Cum pariter victi femina virque iacent.


Ars amatoria, II, vv 720-728

La mente tu aggiungi alla bellezza.
Essa è fragile dono e con il tempo
si perde, si consuma. Anche la violetta
non è sempre in fiore o schiuso il giglio,
resta la spina poi che morì la rosa.
Bianchi saranno a breve i tuoi capelli,
le rughe segneranno la tua faccia.
L'anima cura che non teme il tempo,
rendi così forte la tua grazia.
Soltanto il tuo spirito permane
fino all'estremo rogo.

Ingenii dotes corporis adde bonis.
Forma bonum fragile est, quantumque accedit ad annos
Fit minor, et spatio carpitur ipsa suo.
Nec violae semper nec hiantia lilia florent,
Et riget amissa spina relicta rosa.
Et tibi iam venient cani, formose, capilli,
Iam venient rugae, quae tibi corpus arent.
Iam molire animum, qui duret, et adstrue formae:
Solus ad extremos permanet ille rogos.


Ars amatoria, II, vv.112-120