Con presentazione in Parlamento della manovra economica, per l’Italia e gli italiani è cominciato un salto mortale triplo, al buio e senza paracadute, i cui effetti saranno comunque irreversibili. Il Governo, infatti, non cambierà una sola virgola di quanto già definito – e sarà un bene, perché si potrebbero produrre ulteriori danni anche solo intervenendo sulla punteggiatura! –, checché ne dicano o ne diranno l’Europa, le agenzie di rating ed i mercati. Tutto potrebbe essere rimesso in discussione se, e solo se, lo spread plutocratico salisse ulteriormente a livelli incontrollati e incontrollabili. Quasi nessuno se lo augura, a meno di qualche attuale Ministro che ha già provveduto al suo, personale, “piano B”, sistemando in Svizzera una parte dei propri conti. Gli altri, più ingenui, farebbero di tutto, comprese elezioni anticipate, pur di non ammettere i loro clamorosi errori.
Quasi certamente, dunque, questa manovra “del popolo, di cittadinanza, del cambiamento, degli evasori pacifisti, di lotta e di governo e chi più ne ha più ne metta”, diventerà legge dello Stato e, ad oggi, si possono prevedere almeno due inquietanti scenari futuri.
Autunno 2019, primo scenario. I nazional-sovran-populisti hanno raccolto i frutti della manovra alle elezioni europee di maggio, godendo di un consenso popolare da plebiscito bulgaro. Alla vigilia del nuovo DEF 2020, però, i dati economici, non sembrano poi così buoni: la crescita del PIL è rimasta ben al di sotto dell’1% rispetto al fantasioso 1,5% previsto l’anno precedente; la disoccupazione continua ad essere molto alta; l’Europa prosegue con i suoi inconcludenti mugugni; i mercati non sono più così disposti a comprare il debito italiano. Si capirà, a questo punto, chi fra i due soci di Governo, Gigino & Gigetto, sarà più svelto a saltar giù dalla nave che affonda, accusando ferocemente l’altro di essere stato la causa del naufragio. È crisi, crisi nera, dagli esiti del tutto inimmaginabili! Comunque si vada avanti (?!?), però, ormai le uova sono rotte e la frittata è fatta: 400mila italiani sono andati felicemente in pensione; gli evasori pacifisti hanno accettato l’impari sfida, chiudendo i loro contenziosi in sospeso, ed hanno ricominciato allegramente ad evadere; i poveri non sono più poveri grazie ai 780 euro mensili. Chi e come potrebbe farci uscire dal pantano? Un novello Mario Monti, disponibile a fare di nuovo il “lavoro sporco”, riuscirebbe a “metterci una pezza”? Si faranno tornare al lavoro i neo pensionati di cui sopra o, più probabilmente, si aumenteranno gli anni di attesa per i non ancora pensionati? Si riacchiapperanno, uno per uno, gli evasori pacifisti costringendoli a restituire il mal tolto o, più probabilmente, si incrementeranno ulteriormente le tasse ai soliti noti? E chi – quale Governo, quale leader, quale partito politico – potrebbe azzardarsi a reintrodurre la povertà, definitivamente abolita dal Ministro Gigino solo un anno prima?
Autunno 2019, secondo scenario. I nazional-sovran-populisti hanno comunque raccolto i frutti della manovra alle elezioni europee di maggio, godendo di un consenso popolare da plebiscito bulgaro. Alla vigilia del nuovo DEF 2020, i dati economici sono eccellenti: il PIL italiano viaggia ben al di sopra del 2%; la disoccupazione si è ridotta a livello di quella della Baviera felix; l’Europa … prosegue con i suoi inconcludenti mugugni; i mercati fanno a gara nel contendersi il debito italiano. Magnifico! È l’alba di un nuovo, fulgido ventennio di marca giallo-verde, durante il quale “Danielo” Toninelli diventerà il prossimo Presidente della Repubblica!
Nonostante quest'ultima risulti la prospettiva incommensurabilmente più inquietante, non riesco a proprio a fare il tifo per il primo scenario: viva l'italia!