A UNA PASSANTE
Una donna alta, sottile, a lutto, in un dolore
immenso, passò sollevando e agitando
con mano fastosa il pizzo e l'orlo della gonna
agile e nobile con la sua gamba di statua.
Ed io, proteso come folle, bevevo
la dolcezza affascinante e il piacere che uccide
nel suo occhio, livido cielo dove cova l'uragano.
Un lampo, poi la notte! - Bellezza fuggitiva
dallo sguardo che m'ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell'eternità?
Altrove, assai lontano di quì! Troppo tardi! Forse mai!
Perchè ignoro dove fuggi, né tu sai dove io vado,
tu che avrei amata, tu che lo sapevi!
Charles Baudelaire
Agile et noble, avec sa jambe de statue
Un éclair… puis la nuit! — Fugitive beauté
Ailleurs, bien loin d’ici! trop tard! jamais peut-être!
Promisi questa poesia molti anni fa ad una amica, me ne dimenticai più volte finché persi di vista l'amica.
L'ho rincontrata qualche tempo fa.
Eravamo state colleghe in anni di intensa passione scolastica e politica, anni in cui ancora credevamo,sognavamo di poter cambiare o almeno influenzare la società attraverso la scuola ( un altro tempo, un altro mondo.... fa uno strano effetto a pensarci ora... e qualcosa si agita nello stomaco, nel cuore, nella mente...).
C'era una forte solidarietà all'interno del gruppo che condivideva le stesse idee, profonde amicizie, intrecci amorosi, litigi, scontri con gli insegnanti "avversari", lotte con l'autorità... il sindacato...contatti con i genitori, il quartiere... l'assessorato, la città, scambi con le altre scuole, sperimentazioni didattiche, laboratori, visite, attività sportive, soggiorni con le classi... e soprattutto molto impegno, dedizione, affetto verso gli alunni. Eravamo sempre a scuola, a volte anche durante le vacanze.
Quell'esperienza ha segnato il seguito delle nostre vite.
Dopo undici anni cambiai scuola e dopo un po' persi i contatti con i colleghi.
Molte cose avevamo da dirci la mia amica ed io, incontrandoci dopo trent'anni: matrimoni, divorzi, figli, nipoti, lutti...insomma la vita, nostra e dei colleghi.
Ora, ogni tanto ci troviamo e nessuna delle due ricorda più l'episodio che lei mi aveva raccontato e per cui le avevo promesso la poesia. Non ci stanchiamo di riflettere su quegli anni, seguiamo i fili delle storie personali che ne sono seguite, ci chiediamo come siamo cambiate noi e i nostri amici "Siamo invecchiati, siamo diversi? "No siamo sempre noi". Sprazzi di ricordi riemergono e cerchiamo di ricostruirli. Valutiamo le nostre scelte e, anche se sapiamo che è inutile, ci chiediamo come avrebbero potuto andare diversamente le cose,... ci piacerebbe trovare una ragione, un senso alle vicende trascorse, ma... forse... dobbiamo semplicemente accettare i casi dell'esistenza.
Rileggendo la poesia, penso ai "passanti" della mia vita, agli incontri che sembravano voluti dal destino e poi non hanno avuto seguito, agli amori appena accennati o non corrisposti, alle amicizie importanti e di cui non ho più notizie (nonostante facebook).....agli incontri svaniti nel nulla senza un motivo, i passanti scomparsi.
A volte un amico o un conoscente rincontrato mi svela che decenni fa, io sono sta per lui una "passante"; un angolo di vanità sorride, ma un po' mi sorprende vedere le cose dall'altra parte e un po' mi dispiace.