Quello che gli dava più fastidio era osservarsi al mattino nello specchio: gli seccava notare i primi fili bruni tra i capelli bianchi, notare che i muscoli vizzi delle braccia andavano rassodandosi, e che la pancia piano piano si faceva più piatta. Mentre si lavava i denti aspettando quel po’ di sangue che non si decideva ad uscire, ripensava ai suoi amici, che avrebbe incontrato quel pomeriggio per la solita partita a scopa al circolo del Partito. Da tempo notava che camminavano con un passo un po’ più vivace, erano più aggressivi, meno inclini a fermarsi al biliardo o a giocare a carte, vociavano, volgevano sguardi inquieti fuori dalle finestre, ogni tanto ce l’avevano con il governo, sembravano più sicuri delle loro opinioni e delle loro idee, sempre più frequentemente parlavano di cortei e proteste. E lui, non lo voleva ammettere, ma si sentiva sempre più incline ad assecondare tutto questo inatteso e molesto dinamismo, che veniva a turbare il ritmo così regolare che aveva scandito fino ad allora le sue giornate: la partita a carte, i giardinetti con la solita panchina e con un po’ di granaglia per i piccioni, e i lavori della metropolitana da osservare con le braccia intrecciate dietro la schiena. Tutte cose che, chissà perché, non lo attiravano più come una volta. E ancora, nei confronti delle poche compagne che frequentavano il circolo cominciava a sentire una strana attrazione che lo preoccupava molto. Gli piaceva sempre più come si muovevano, come camminavano, e si sorprendeva a far correre lo sguardo sui loro corpi in posti che non riusciva a capire perché dovessero interessargli poi così tanto. Le curve, soprattutto, era stranamente affascinato dalle curve, lui, che come geometra prediligeva le linee rette e le figure squadrate. Anche loro sembravano più pimpanti, quasi più disponibili, ogni tanto lo guardavano negli occhi, e questo gli metteva un po’ di paura.

Ahimè, forse stava cominciando a ringiovanire. Questa la triste realtà che si imponeva riflessa nello specchio davanti a lui. Rabbrividì, pensando agli anni agitati e incoscienti della gioventù che lo attendeva, e pensò con sgomento al periodo buio dell’infanzia, quando, all’inevitabile tornare indietro del tempo, avrebbe perso sempre di più la cognizione del mondo attorno a lui.

E infine provò terrore davanti all’abisso insondabile della nascita.

Commenti  

# PGRAECO 2019-04-02 11:59
Sembra che esistano ancora dei circoli frequentati da compagne: evviva!!!

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