MATURANDI
Ai maturandi "licet insanire (semel in vita)"
Garzoncello scherzoso,
Cotesta età fiorita
E' come un giorno d'allegrezza pieno,
Giorno chiaro, sereno,
Che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
Stagion liet è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
Ch'anco tardi a venir non ti sia grave.
da "Il sabato del villaggio" di Giacomo Leopardi
Erano gli ultimi giorni dell'anno scolastico.
Per i ragazzi che stavano per affrontare gli esami di maturità erano giorni intensi: l’ansia per le prove, gli ultimi ripassi, la gioia per la fine degli studi, il piacere di stare ancora con i compagni, le attese e le paure per il dopo esami….ma per qualche giorno potevano ancora godere della protezione della scuola, ancora un po’ di spensieratezza, prima di affrontare il “mare magnum” della vita.
Mi trovavo nella classe seconda ed era già difficile ottenere attenzione, quando sentimmo un forte strepito provenire dalla adiacente classe quinta: risate, colpi, urla un po' soffocate, esclamazioni....Impossibile continuare la lezione. Mi alzai dalla cattedra, assunsi un "severo cipiglio" e a grandi passi mi avviai verso la classe quinta, spalancai la porta senza bussare (tanto non avrebbero sentito) e vidi.
Gli studenti erano tutti ammassati attorno all'armadio che si trovava in fondo alla classe contro la parete divisoria della seconda. Era uno scricchiolante armadio di metallo, grigio con delle fessure orizzontali, faceva rumore solo a sfiorarlo. Dentro l'armadio c'era Dario tutto rannicchiato, una compagna o un compagno introduceva una moneta e la richiesta di una canzone e Dario cantava.
Il mio "severo cipiglio" si dissolse immediatamente, evitai di pronunciare frasi quali: "Pensate a studiare!" "Pensate agli esami!" e tornai in seconda.
Descrissi agli allievi il "juke box" in uso in quinta. Le ragazze mi chiesero che cosa cantasse Dario, il loro mito. "Grazie dei fior " risposi.
"GRAZIE DEI FIOR !!!!!!"
La classe esplose in urla e risate "in gara" con quelle della quinta...Accorsero un bidello e un collega preoccupati per quanto potesse essere accaduto.