(commento alla conferenza di Franco su "Algoritmi, bias algoritmici e dati ostili" del 20 aprile 2020)

 

Nella sua bella lezione Franco ci spiega come quello che una volta era il Capitale, in mano ai capitalisti, oggi sono i Dati in mano ai nuovi capitalisti.

Noi avevamo una ideologica avversione per il Capitale per i noti motivi, e sembra che oggi la trasponiamo in una ideologica avversione per i Dati.

Ma in realtà abbiamo anche sempre sperato, e lottato, perché il Capitale diventasse patrimonio dei lavoratori e quindi perdesse la sua connotazione negativa.

Che dire quindi dei Dati.

Mi voglio concentrare sui Dati personali, che Franco cita come elementi a rischio, quando, partendo dalla App Immuni, presenta il rischio che i Dati personali, relativi alla salute, vengano raccolti da questo tipo di App e servano a violare la privacy e altri diritti inalienabili di ognuno di noi.

Ma sono i Dati personali una cosa “cattiva” o è il loro possibile uso da parte di disonesti che ci preoccupa? Così come sono il capitale, gli asset ecc, di una fabbrica in sé cattivi o l’uso disonesto, cioè a suo interesse, del capitalista, che combattiamo?

Sono chiaramente domande retoriche ma mi pare che non ci riusciamo a svincolare da questi storici preconcetti.

In un mio mondo ideale vorrei che tutti i dati che mi riguardano fossere raccolti in un deposito sicuro e accessibile a chi, e solo a chi, ne ha diritto.

Il mio sogno è che la prossima volta che mi ferma la stradale in macchina, non mi chieda patente e libretto, ma mi chieda come mi chiamo, lo verifichi, ad esempio con le mie impronte digitali, e controlli che ho una patente valida, la macchina revisionata, ecc.

Dico questo perché in questi giorni mi hanno rubato tutti i documenti, e sono stato uno zombi civile per un mese, fino a quando l’anagrafe di Torino mi ha fatto emettere una nuova carta di identità, dopo aver chiesto il nullaosta al mio comune di residenza (Varazze). Poi con la CdI la polizia mi ha dato un permesso temporaneo di guida. Con mia piacevole sorpresa per la nuova CdI digitale hanno raccolto le impronte digitali delle mie 8 dita (i mignoli sono gli unici che posso usare per delinquere).

Lo stesso sogno vale per i dati sulla salute. Vorrei poter andare dal medico, o essere ricoverato in ospedale, dovendo dare solo la mia identità, sicuro che il personale addetto è in grado di accedere a tutti i miei esami e altri dati medici del mio passato, senza aspettare e senza rischio che qualche informazione importante gli sfugga.

È tutto ciò possibile? Tecnicamente, cioè per quanto riguarda gli algoritmi, di cui parla Franco, mi sento di affermarlo senza dubbio. Cloud, cifrature e protocolli esistono e sono ben provati. E non venitemi a parlare di quantum computer ecc. Perché quando ci saranno, ci saranno anche le soluzioni per cifrature sicure.

Ma se i cattivi, la CIA, il KGB, gli scienziati sovranisti, hanno messo backdoor negli algoritmi? Chiediamo che gli algoritmi siano Open e ci sono tecniche per controllare accessi illeciti, almeno se ripetuti.

Ma se la Mafia corrompe le persone che hanno i giusti diritti accesso e accede ai miei dati?

Be’, tutto questo possono farlo anche adesso, possono rubare la mia cartella e i miei esami (cartacei o su CD) dall’ospedale.

Mi sembrano rischi gestibili, mentre è sicuramente pericoloso l’oscurantismo tecnologico che usa il mito della privacy per fermare il mondo. Senza per altro riuscirci, visto che di noi sanno tutto quelli che ci rompono le balle con la pubblicità, e poi non c’è nulla di più ridicolo delle leggi per la gestione dei dati personali: quante volte avete barrato la casella “autorizzo”, e avete mai provato a barrare quella “non autorizzo”?

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