In questi giorni ho assistito ad alcune conferenze su IA (Intelligenza Artificiale) e ho pensato di scrivere una breve nota sull’argomento.
1 - IA (Invidia e Ammirazione) naturale
Ho sempre ammirato e un po' invidiato gli amici che hanno doti innate per la musica, le lingue straniere, il disegno, solo per citare alcune doti naturali, che, come è noto, non sono frutto dell'allenamento e dello studio: o ce l'hai o non ce l'hai.
Naturalmente con lo studio si può ottenere un livello decente in questi campi ma a costo di grande fatica e in modo sempre limitato.
2 - IA (Intelligenza Artificiale) in senso stretto
Ritengo importante, in generale, e per il seguito di questa mia nota, distinguere tra sistemi di IA basata su machine learning e sistemi software basati su programmazione tradizionale.
Il software tradizionale esegue pedissequamente le istruzioni scritte dal progettista usando i dati in ingresso e producendo risultati in uscita. Cioè si tratta di pura intelligenza umana che sfrutta la potenza di calcolo e di memorizzazione del calcolatore.
I sistemi di IA sfruttano invece un insieme di dati in ingresso e di corrispondenti risultati attesi per creare la logica che produrrà risultati corretti su altri dati in ingresso. Gli algoritmi programmati dall’uomo (esempio le reti neurali) danno le basi per creare la logica, non le istruzioni per trasformare ingressi in risultati. Quindi l’intelligenza di un sistema IA è veramente artificiale, cioè non umana.
Vedo quindi una somiglianza tra l’IA dei calcolatori e l’intelligenza intuitiva (cervello destro) umana, mentre la programmazione dei sistemi tradizionali mi ricorda l’intelligenza logica (cervello sinistro).
Anche la cosiddetta opacità dei sistemi di IA è simile all’intelligenza intuitiva, che appunto non è addestrabile, mentre si possono migliorare le capacità dell’intelligenza logica con lo studio.
Non posso quindi, come appassionato di tecnologia, che avere una grande ammirazione e stupore per i sistemi di IA.
3 - Pericoli
Ritornando alle conferenze a cui ho assistito, ho spesso notato un’enfasi sui pericoli delle tecnologie informatiche. Inoltre spesso non viene fatta una chiara distinzione tra sistemi di IA e sistemi software tradizionali. In verità tutti i venditori di software rivendicano soluzioni di IA per tutti i loro prodotti. Questa è pura propaganda e nelle conferenze sarebbe opportuno smascherarla con chiari distinguo.
Inoltre l’intento educativo delle conferenze è di contrastare il trionfalismo dei venditori. Però, anche qui sono necessari i distinguo per evitare un diffidenza generalizzata.
Per farmi capire uso una analogia con un’altra tecnologia prodigiosa di qualche anno fa: l’elettricità. Immaginate un conferenziere che dice: l’elettricità è una tecnica potentissima che però presenta gravi pericoli. Molte persone saranno folgorate e molti stati introdurranno l’uso della sedia elettrica. Questi sono pericoli reali, i primi dati dall’uso incompetente, i secondi da un uso malevolo, dell’elettricità, ma nessuno penserebbe mai di ridurre tutta l’elettricità a questi due aspetti.
Ritornando alla IA, prendiamo un classico esempio: l’uso di un sistema di IA per concedere prestiti bancari. Questo sistema discrimina i bisognosi di un prestito sulla base di “preconcetta” inaffidabilità e quindi è male. Prima di tutto questi sono i criteri che l’intelligenza umana (il gestore) ha sempre usato per non dare prestiti, quindi l’IA non ha peggiorato. Ma soprattutto questo è un esempio di uso incompetente dell’IA: se i dati usati per l’apprendimento sono i dati storici dei prestiti concessi o negati, è ovvio che il sistema di IA manterrà i criteri con cui è stato addestrato anche per i nuovi casi che gli sono sottoposti.
Un altro esempio è l’uso di profilazioni delle utenze per suggerire prodotti o scelte elettorali sulla base delle “debolezze” (inclinazioni perverse) delle persone. Questo è un esempio di uso malevolo della tecnologia e purtroppo le moderne tecniche di ICT (e non solo l’IA) hanno amplificato queste possibilità, già molto usate con stampa, radio e televisione, come ben sappiamo.
4 - Opportunità
Il compito degli “intellettuali” di sinistra è quello di proporre usi positivi e progressisti di queste tecnologie più che denunciarne gli usi reazionari e negativi.
L’informatica in generale e l’IA in particolare possono servire a far funzionare meglio molte cose dei settori produttivi, dell’amministrazione, della scuola, della giustizia, della sanità e dei servizi finanziari. E forse anche della politica.
Non è affatto facile trovare applicazioni dell’IA positive, rispetto a quelle negative denunciate nelle conferenze. Forse perché è più facile fare il male che fare il bene. Altrimenti non sarebbe stato necessario inventare l’inferno.
Ma è comunque profondamente sbagliato dare una connotazione negativa a una tecnologia sulla base dell’uso, malevolo, che ne viene fatta.
Il digitale e l’IA ci sono per restare, e se non ne troviamo un uso positivo, non spariranno e continueranno ad essere usate negativamente. “Fermate il mondo, voglio scendere” può essere una scelta individuale, ma non può essere una strategia politica.
Infine, il fatto che spesso preoccupa la sinistra è l’impatto sui posti di lavoro della tecnologia. È sempre stato così e sempre sarà. Piangiamo per gli amanuensi benedettini che hanno perso il lavoro con l’invenzione della stampa, o dei camalli per l’introduzione dei container? Penso di no, e anzi siamo felici di aver in parte eliminato la maledizione biblica della schiavitù dal “lavoro col sudore della fronte”.
Se la IA eliminerà dei lavori impiegatizi ripetitivi aumentando l’efficienza di tanti uffici piangeremo o ci dovremmo rallegrare? È l’inefficienza, la scarsa produttività, e la bassa qualità dei servizi che causa il declino dei nostri paesi e la perdita di posti di lavoro. Il digitale e l’IA al servizio di una chiara forza e volontà politica, possono porvi rimedio. Combattiamo il cattivo uso proponendo un buon uso. Associare cattivo uso e tecnologia, in modo indistinto, serve solo ad allontanare la gente dalla fiducia nell’uso della tecnologia, e quindi non possiamo poi aspettarci il supporto popolare a proposte di uso migliore della tecnologia stessa.